La prima volta che ho sentito parlare nello specifico di shopping experience è stato nel 2007. A parlarne Michele Trevisan, docente del corso Retail Design di Scuola Italiana Design.
Il 2007 è anche l’anno in cui nasce il primo iPhone di Apple. Le abitudini di acquisto dei consumatori sono in continuo mutamento, senza dubbio in quel periodo sono cambiati alcuni paradigmi fondamentali nell’approccio al consumo.
Il primo cambiamento sostanziale è stato il progressivo spostamento verso un consumo di servizi piuttosto che di oggetti. Le app iniziavano a fare parte del quotidiano di tutti, il possesso di un oggetto iniziava a perdere importanza rispetto alla possibilità di utilizzarlo, indipendentemente dal fatto che l’oggetto stesso fosse di nostra proprietà o preso a prestito da una società di servizi che ci permetteva di utilizzarlo per un determinato periodo di tempo. Lentamente ma inesorabilmente si è affermata in molti campi la cosiddetta sharing economy.
Il consumo, grazie al web, è ora più informato e maggiormente condizionato dalla rete di influenze che ci circonda. Il consumismo consapevole si consolida e le aziende sperimentano nuove strategie di marketing, dalla società dell’immagine si passa a quella delle immagini emozionali, in una continua ricerca di empatia con il potenziale cliente.
Con shopping experience si identifica la sintesi dei processi e delle strategie necessarie per creare empatia tra cliente e azienda, definendo un rapporto non solo economico ma anche emozionale tra il brand e il mercato. Progettare la shopping experience di un consumatore diviene quindi elemento strategico imprescindibile per dare efficacia ad ogni progetto di business.
L’interior design di un negozio fisico o il web design di un negozio online devono quindi essere la formalizzazione di un progetto di shopping experience più ampio e definito, che tenga conto delle interazioni che il cliente ha con lo spazio e con gli strumenti di acquisto, ma anche delle emozioni e delle percezioni che il cliente avrà durante le fasi di acquisto. Le dinamiche di acquisto sono cambiate profondamente, e in alcuni casi si può addirittura pensare di realizzare un negozio che per sua natura non è progettato per vendere prodotti ma per creare relazioni, come spesso accade per i flagship store.
Reale o digitale, l’esperienza di acquisto da parte del consumatore non può più essere banalmente quantitativa, ovvero solamente legata al prezzo e alle performance tecniche o estetiche di un prodotto. L’esperienza di acquisto, o shopping experience, deve esplorare efficacemente le interazioni e le emozioni che scaturiscono dal contatto tra brand e mercato.
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