Nella parola Design i concetti di stile e invenzione sono senza dubbio molto importanti. È altrettanto importante però emancipare il design dalla necessità di invenzione a tutti i costi, ed è necessario distinguere il design dallo stile.
Design è prima di tutto progetto, è metodo, è cultura industriale.
Un oggetto può definirsi a tutti gli effetti un oggetto di design quando è frutto di un percorso di ricerca, quando è il risultato di un lavoro creativo accurato, fatto di scelte stilistiche, di ergonomia ed interazione, di ottimizzazione della produzione, di distribuzione e packaging, di comunicazione e marketing, di ciclo di vita e di procedure di riparazione, fino al riciclo e allo smaltimento.
Nel corso della progettazione può accadere che alcuni processi siano più efficaci di altri, più strategici di altri, banalmente meglio riusciti di altri, il progetto stesso può avere ottimi risultati, mediocri o pessimi, ma quello che distingue un oggetto di Design è il fatto di essere il risultato di questo complesso ma indispensabile strumento che è il progetto.
Per affrontare un progetto di design è necessario un approccio olistico, multidisciplinare, culturalmente aperto alla contaminazione.
Un oggetto di buon design resiste alle mode e dura a lungo. Può divenire inutile per il cambiamento di alcune abitudini o tecnologie, può rimanere icona di stile, di ingegno, ma soprattutto di approccio al progetto. Poi ci sono i milioni di oggetti commerciali che negli scaffali dei negozi e nelle showroom attirano l’attenzione con uno stile accattivante o con invenzioni d’uso apparentemente eclatanti. Questi prodotti hanno spesso vita breve, soggetti alle mode passeggere dello stile e ad un sovraccarico di funzioni talvolta inutili.
Mai dimenticare le parole di Mies Van der Rohe: Less is more.
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